Altitudine | 487 |
Abitanti | 773 |
POSIZIONE
Cercino si trova sul versante retico della Valtellina e fa parte della Costiera dei Cech. Sul confine settentrionale segue sostanzialmente il crinale della montagna che separa la Costiera dei Cech dalla Valle dei Ratti, il confine orientale scende lungo il crinale verso sud, passando attraverso il Piazzo della Nave, i Prati di Bioggio, piegandosi poi a sud ovest e comprendendo anche parte della pianura dell’Adda, risalendo sino al monte Brusada.
Fanno parte del Comune le frazioni di Belenasco, Barossedo, Era, Fiesso, Piano di Bolgia, Piussogno, Siro e le località Prati della Brusada e Cespedello.
STORIA
Cercino è già citata, prima dell’anno mille, in antichi documenti come territorio appartenente ai monaci di S. Ambrogio di Milano. Diventa possedimento prima del vescovo di Pavia e successivamente di quello di Como, e dipese dal clero per quasi 500 anni.
Cercino diventa libero Comune nel trecento. Nel basso medioevo Zerzuno, così veniva chiamata all’inizio del Trecento, rientra fra i domini di Como, cui paga, fra l’altro, il diritto di fodro. A quell’epoca i pastori di Cercino si erano già spinti ben oltre gli alpeggi della Costiera dei Cech, raggiungendo, in Val Masino, l’alpe dell’Oro, sopra i Bagni di Masino. Nonostante il soggiorno estivo di alcune figure della nobiltà comasca, richiamati dal clima mite, la forte vocazione contadina del borgo non fu intaccata.
Nel XIV secolo al dominio di Como si sostituì quello dei Visconti di Milano. Cercino apparteneva allora alla squadra di Traona che, insieme a quella di Morbegno, costituiva la bassa Valtellina, mentre, dal punto di vista religioso, dipendeva dalla pieve di Olonio.
Nel 1512 iniziarono i quasi tre secoli di dominio delle Tre Leghe Grigie sulla Valtellina. Nel 1629 nella piana di Cercino, si scontrarono le truppe imperiali guidate dal feldmaresciallo Pappenheim e le truppe francesi del generale Coeuvres che più che scontro mortale per i locali, portarono anche in queste vallate il funesto messaggio della peste, causata anche dall’alloggio forzato delle truppe nel paese dei soldati lanzichenecchi calati in Italia dalla Valle Spluga.
La popolazione venne decimata dall’epidemia, riducendosi a quasi la metà. Una ripresa lenta e costante si ebbe a partire dal XVIII secolo.
L’inverno del 1816 fu eccezionalmente rigido, e compromise i raccolti dell’anno successivo. Le scorte si esaurirono ed il 1817 è ricordato, nell’intera Valtellina, come l’anno della fame. Vent’anni dopo circa iniziarono le epidemie di colera, che colpirono la popolazione per ben quattro volte, mentre a metà dell’ottocento si abbatté il flagello della crittogama, che infierì dal 1850 al 1854, mettendo in ginocchio la produzione vinicola.
A ciò si aggiunsero l’atrofia dei bozzoli dei bachi da seta, che colpì con altrettanta durezza un settore che interessava, a livello familiare, buona parte della popolazione, ed un’epidemia di colera, a completare il quadro disgraziato di durissime sciagure. Queste furono la causa del movimento migratorio che interessò buona parte della popolazione nella seconda metà del secolo, sia di quella stagionale verso Francia e Svizzera, sia di quella spesso definitiva verso le Americhe e l’Australia.
PUNTI DI INTERESSE
- Chiesa di S. Michele Arcangelo: la chiesa fu edificata nel XVII secolo sui resti di quella già esistente nel secolo XV. Si presenta con una sola navata.
- Chiesa della Madonna della Pietà : la Chiesa, situata lungo la strada che conduce a Cino, è un piccolo edificio costruito nel 1736. L’interno è a forma ottagonale con cupola. Di particolare bellezza l’altare in marmi pregiati.
- Chiesa della Madonna della Neve: situata nella frazione di Siro ed eretta nel 1777 per meglio sopperire alle esigenze spirituali della popolazione, la chiesa è profondamente legata al miracolo della Madonna della Neve, che la tradizione popolare fa ricadere il giorno 5 agosto.
COSA FARE
Partendo da Cercino non può mancare una visita alla Val Masino, uno degli ambienti naturali più antropizzati, ricchi di vegetazione, in alcune zone, anche lussureggiante. Il tratto iniziale mostra chiaramente il lavoro ciclopico dell'uomo che ha terrazzato e coltivato ogni fazzoletto di terra per trarre il proprio sostentamento. Qui è il regno della vite e del castagno, si percorrono strade acciottolate, vigne, boschi coltivati e delimitati da ciclopici muri, piccoli mulini, cappelle e chiese che sono i segni di un millenario rapporto. I segni di questo passato sono, per l’attento visitatore, il collegamento, con una fitta rete di sentieri, che unisce ogni frazione di questa soleggiata costiera.
Sempre compresi nel territorio cercinese sono anche i rifugi Cuper di Sotto e Cuper di Sopra, e i prati della Brùsada che sono l’alpeggio di Cercino. Questo si stende su una lunga fascia di prati, e si tratta anche di un importante crocevia: infatti alla loro parte bassa giungono, sentieri che salgono dai prati Nestrelli, da Cercino e dai prati di Bioggio mentre dalla loro parte alta partono sentieri per l’alpe Bassetta, l’Oratorio dei Sette Fratelli e i prati di Bioggio.
FESTIVITA'
- 29-09: il Santo Patrono di Cercino è San Michele Arcangelo.
LINK UTILI
- Comune di Cercino