Altitudine | 218 |
Abitanti | 3252 |
POSIZIONE
Il Comune di Delebio si trova lungo un rettilineo subito dopo Piantedo, che dal fiume Adda, mette in comunicazione la conca di Bormio: a est è delimitato dal torrente Lesina, che scende dall’omonima valle, e ne segna il limite naturale con Andalo, mentre verso ovest il confine contiguo con Piantedo è rappresentato dal piccolo torrente Madriasco. Il nucleo abitato di Delebio si completa con la frazione di Torraccia. Il suo esteso territorio da un lato si arrampica sino sulla vetta del Monte Legnone e dall’altro si avanza sin oltre l’Adda, verso la vallata di Chiavenna.
STORIA
La storia di Delebio rimanda agli albori dell'uomo. Nel suo territorio è stata infatti ritrovata un'ascia dell'Età del Bronzo, una necropoli e delle monete romane.
La prima attestazione storica del paese è però di epoca romana, nella quale il “vicus Alebii” risulta appartenere all’antica Olonio, a sua volta compresa entro la pertinenza del Municipio di Como.
Gli scavi collegati alla rettifica dell’Adda nel secolo XIX hanno portato a scoprire nel suo territorio una necropoli romana. Alcuni storici ricollegano la denominazione “Alebii” ai cinquecento coloni greci che Giulio Cesare trapiantò nel comasco intorno al 44a. C. Nei decenni successivi, dopo la definitiva conquista romana della Valtellina (campagna del 16-15 a. C., voluta dall’imperatore Ottaviano Augusto), alcuni di loro potrebbero essersi insediati in bassa valle.
Una traccia di quest’antica presenza potrebbero essere alcuni singolari grecismi conservati nell’antico dialetto delebiese, come la voce “intemn”, che significa “dare il primo taglio” a un salume o al formaggio, e che deriva palesemente dal verbo greco “t’mnein”,”tagliare”.
Nel 1432, fra il 26 e il 27 novembre Delebio fu teatro del più importante fatto della sua storia, la battaglia di Delebio: l’esercito veneziano comandato da Giorgio Cornaro, vincitore in una prima giornata delle forze viscontee, fu sconfitto il giorno seguente per opera specialmente di Stefano Quadrio, sopraggiunto colle truppe valtellinesi. La fossa, scavata dai Veneziani a difesa del campo, servì da sepoltura ai loro morti.
Nel secondo dopoguerra iniziò una ripresa industriale che diede nuovo impulso all’economia di Delebio. Vennero realizzati impianti per la laminazione dell’alluminio e in seguito altre sette industrie e numerose officine artigianali per la lavorazione del ferro e del legno, che hanno portarono Delebio, all’inizio degli anni Ottanta, al primato, in Provincia di Sondrio, di comune con più posti di lavoro.
PUNTI DI INTERESSE
- Oratorio di S. Girolamo: era cappella privata dei nobili Peregalli, risale alla prima metà del sec. XVIII. Si presume fosse stato fatto costruire su progetto dell’architetto Pietro Solari di Bolvedro.
- Palazzo Peregalli : ricavato dalla casa conventuale dei monaci dell'Acquafredda. Vi hanno abbellito le sue sale artisti come P. Ligari e G. Romegialli. Al suo interno si può ammirare uno splendido oratorio privato, in stile roccocò.
- Parrocchia di San Carpoforo : la chiesa parrocchiale di S. Carpoforo venne iniziata nel 1419, si presenta a una sola navata con tre cappelle e fu terminata dal maestro Gaspare Aprile di Carona.
- Chiesa di S. Domenica: sorge nei pressi del municipio, fu fondata nel secolo XII. Nel secolo XVII subì importanti rifacimenti e attualmente si presenta al visitatore abbellita dal prato ben curato che la circonda.
COSA FARE
Delebio è ricca di storia e arte e merita certamente una visita il suo centro storico dove si trova il Palazzo Peregalli e proseguendo lungo la cittadina, si possono ammirare i cortili interni a gruppi di case rurali, con attigui stalle e fienili, dove vivevano piccole comunità agricole impegnate nella lavorazione dei fondi appartenenti alla nobiltà locale.
Di pregio artistico Palazzo ex Bassi con l’affresco di G. P. Romegialli: il Ratto d’Europa.
Proseguendo verso Piantedo è possibile ammirare l’oratorio di S. Rocco del sec. XVIII. Inoltre Delebio offre innumerevoli bellezze naturalistiche come il Sentiero Andrea Panìga che costituisce una delle due grandi sezioni della Gran Via delle Orobie, e precisamente quella occidentale, che parte da Delebio, alle porte della Valtellina, per giungere a Fusine, centro orobico della media Valtellina.
Interessante il Sentiero Bruno Credaro, verso la Val Cervia, proseguendo fino alla conclusione, all’Aprica. Il sentiero può essere percorso in tre-quattro giorni, lungo il cammino, si attraversano cinque grandi valli: quelle del Bitto e d’Albaredo, l’antica Val di Tartano, la raccolta Val Madre e la misteriosa Val Lisina, che si presenta ricca di angoli naturali intatti e incontaminati, ancora selvaggi.
Fantastico è il panorama che dal Monte Legnone si apre sull’Alto Lario, la Valtellina e la Valchiavenna e, nelle giornate più limpide, verso la pianura e le più alte cime delle Alpi.
FESTIVITA'
- 07/08: il santo patrono di Delebio è San Carpoforo.
LINK UTILI
- Comune di Delebio