Data | 30-10-2019 |
Categoria | Ambiente |
Fonte | Coldiretti |
Con il meteo che nell’ultimo weekend di ottobre ha superato i 20 gradi, l’autunno stenta a prendere corpo, pur regalando i suoi colori meravigliosi: le foglie, infatti, sono ancora ben attaccate alle piante, che per il caldo non sono entrate nella fase di riposo vegetativo caratteristico della stagione ma in giro ci sono ancora mosche e zanzare a testimoniare un autunno pazzo, che si classifica nella top ten dei più bollenti dal 1800 con una temperature di 1,27 gradi superiore la media di riferimento sulla base dei dati Isac Cnr di settembre.
Oltre a bloccare la normale caduta autunnale delle foglie, l’allungamento della fase vegetativa delle piante rischia addirittura di far ripartire le fioriture, con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile forte abbassamento delle temperature. Ma nelle campagne gli effetti si fanno sentire anche per i parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture.
Le condizioni metereologiche quasi estive nel pieno dell’autunno (la cosiddetta ottobrata) non sono un fenomeno raro ma quest’anno si inseriscono in una quadro generale che conferma la tendenza al cambiamento climatico che si manifesta con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed stati gelo, nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua, grandinate e siccità: si conferma invece una stagione super (e prolungata) per la raccolta di funghi e castagne nell’area lariana, meta anche lo scorso fine settimana di numerosi cercatori che hanno colto l’occasione dell’ultimo, caldo fine settimana di ottobre.